I Monumenti a Ischia
I monumenti a Ischia raccontano la sua ricca storia culturale. Non potete dire di conoscere Ischia se non avete visitato almeno una volta il Castello Aragonese, simbolo di un’intera isola, collegato al borgo di Ischia Ponte da un ponte in pietra lavica.
La baia di Cartaromana racconta la storia dell’isola: di fronte al Castello la torre di Michelangelo, detta anche di Guevara, per le recenti scoperte legate al restauro degli affreschi interni. L’acquedotto Romano dei Pilastri racconta, invece, il momento in cui a Ischia, isola di contadini, arrivò l’acqua corrente.
E poi Forio, con il suo gran numero di torri, elevate dai foriani per avvistare i saraceni che, con le loro incursioni, erano soliti distruggere la città.
Oggi è possibile vistare una di esse, il Torrione, sede del museo dedicato allo scultore e poeta Giovanni Maltese e location per numerosi eventi culturali.
Il Castello Aragonese
Il Castello Aragonese è situato nel borgo di Ischia Ponte. La sua sagoma è famosissima nel mondo e racconta l’intera isola d’Ischia.
Arrivati al borgo, zona pedonale a ore, è necessario attraversare un ponte in pietra lavica che collega il Castello al resto dell’isola.
Un tempo il ponte era realizzato in legno, ma i marosi insieme col passare del tempo hanno contribuito alla sua distruzione.
Il Castello Aragonese è oggi di proprietà della famiglia Mattera che, con cura, amore e passione, lo apre tutti i giorni fino al tramonto a migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo.
E’ possibile visitarlo davvero con una modica cifra facendo un vero e proprio tuffo nella storia dell’isola.
Il nostro consiglio è di non usare l’ascensore: ogni pietra custodisce, infatti, un suo racconto. Nella parte iniziale della salita guardate verso l’alto: noterete alcune feritoie da dove erano soliti gettare olio bollente sui nemici che tentavano di espugnare la fortezza via terra.
Prima di arrivare al suggestivo piazzale delle armi, dove troverete ancora i punti in cui erano posizionati i cannoni, fate una visita al museo delle torture.
Dalle cinture di castità, maschili e femminili, a storici strumenti di tortura che non lasciano davvero alcuno spazio all’immaginazione.
La salita verso la Cattedrale diroccata dell’Assunta sarà davvero suggestiva per ogni suo scorcio sulla baia di Cartaromana.
Una volta in cattedrale visitate la cappella gentilizia e soffermatevi su ogni particolare. Bellissimo il belvedere accanto la Chiesa dell’Immacolata; fermatevi al bar per sorseggiare qualcosa di fresco per poi proseguire la visita.
Il Cimitero delle Monache, la Chiesa di San Pietro a Pantaniello, la Casa del Sole, le carceri borboniche e il terrazzo degli Ulivi.
Costruito nel 474 dai soldati di Gerone che scavarono all’interno di questo scoglio trachitico staccatosi dalla terra ferma, il Castello Aragonese ha vissuto mille vite.
Primo nucleo abitato dell’isola fu dimora feudale, per poi passare in mano agli spagnoli e ai Borboni. La sua storia, ancora oggi, riesce ad affascinare visitatori di ogni sorta.
La Torre di Michelangelo
La torre di Michelangelo, detta anche di Guevara o di Sant’Anna, affaccia sulla baia di Cartaromana.
Situata di fronte al Castello Aragonese racconta una storia che si intreccia con la leggenda. La denominazione legata alla figura di Michelangelo Buonarroti, infatti, è legata a una leggenda secondo la quale l’artista era legato da un amore platonico alla bella Vittoria Colonna, principessa del Castello Aragonese.
In realtà, però, non esistono testimonianze storiche che attestano la presenza di Michelangelo Buonarroti a Ischia.
La torre fu costruita verso la fine del 1400 da Giovanni Guevara, nobile cavaliere seguace di Alfonso I d’Aragona.
La torre venne costruita per ragioni di difesa e il verde prato che la circonda ospita oggi eventi privati e non. Costruita su tre piani, ospita oggi mostre d’arte e, in futuro, accoglierà i reperti della città sommersa di Aenaria oggi scavo archeologico.
Di recente giovani restauratori provenienti dalla scuola di Restauro dell’Università di Dresda hanno fatto affiorare importanti affreschi nelle scale e nel piano nobile che hanno contribuito a ricostruire la storia di questo monumento.
Pare che le decorazioni portino la firma di Jan Vredemann de Vries, pittore fiammingo del XVI secolo.
Altre, invece, quella di un allievo di Raffaello Sanzio. Anche Boccaccio nella V giornata del Decameron sembra far riferimento alla torre e, in modo particolare, a un sorgente che pare sorgesse in prossimità di quel luogo.
Il Torrione
Il Torrione è una delle tante torri disposte lungo tutto il territorio del Comune di Forio. Nella sua altezza sovrasta l’intero Porto di Forio e fu costruita per dare la possibilità ai foriani di avvistare da lontano i nemici, generalmente turchi e saraceni, che tentavano di assaltare la cittadella turrita.
Sono circa tredici le torri distribuite su tutta Forio, ma alcune è ormai impossibile vederle perché sono state inglobate in diverse architetture più moderne.
Il Torrione è diventato il simbolo del Comune di Forio e ospita, oggi, il museo civico. La sua costruzione risale al 1480, dalla pianta circolare è stata scavata interamente nel tufo.
Si compone in due livelli, anticamente nel primo livello venivano depositate le armi e l’artiglieria, mentre nel primo piano vi era l’alloggio della guarnigione.
Oggi ospita le opere dello scultore e poeta foriano Giovanni Maltese che visse all’interno del Torrione fino ai primi anni del ‘900.
L’Acquedotto Romano (Pilastri)
L’acquedotto Romano dei pilastri si trova al confine tra i comuni di Ischia e Barano. Si tratta di un’opera davvero massiccia costruita tutta in pietra lavica.
La denominazione di “acquedotto romano” si rifà a un’ispirazione del modo di costruire. In realtà, infatti, la struttura fu completata nel 1590 e racconta di quando l’acqua corrente della fonte di Buceto raggiunse la parte di paese più vicina al mare.
Nucleo abitativo principale era, infatti, il borgo di Ischia Ponte che, scomparsa la fonte di Cartaromana, non sapevano più come abbeverarsi. Grazie al vicerè di Napoli, il Cardinale Perrenot de Granvelle, si riuscì a ottenere il denaro per costruire quest’importante acquedotto che portò l’acqua a Ischia Ponte.
L’opera fu però conclusa definitivamente sotto il vescovado di Girolamo Rocca che si ispirò allo stile romano.
Ad oggi l’acquedotto resta una sorta di linea di confine tra i Comuni di Ischia e Barano, ma una lapide in marmo sulla facciata del Museo del Mare situato a Ischia Ponte racconta ancora la grande novità rappresentata dalla costruzione di quest’importante opera pubblica.