La chiesa di San Nicola, situata sulla vetta del Monte Epomeo (il più alto dell’isola), merita sicuramente una visita.

Il tempio, completamente di pietra e scavato nel tufo, si mimetizza con il paesaggio circostante e fu utilizzato nei secoli scorsi dagli abitanti del luogo per difendersi dalle incursioni dei Saraceni. Alla chiesa si arriva da Fontana, percorrendo un sentiero a piedi o su un mulo. La strada carrabile si trova solo all’inizio del percorso, quindi, per chi decide di effettuare questa escursione, consigliamo un paio di scarpe comode.

La chiesa, scavata nel tufo, esisteva già nel 1459, mentre le cellette del convento furono costruite nel 1587. Fu la nobildonna Beatrice Quadra a voler fare di questo luogo un ritiro per monache, le quali però non poterono resistere al clima rigido e al paesaggio.

Oggi l’antico convento è stato trasformato in ristorante e locanda, ed è possibile trascorrere la notte nelle celle, che si affacciano su un panorama mozzafiato, ammirando l’alba dal punto più alto dell’isola.

L’interno della chiesa, in particolare la zona del coro e le mura, risente molto dell’umidità. Sul fondo si trova la cappella delle reliquie, risalente alla metà del Settecento, dove sono custoditi, in cento nicchie, vasetti contenenti antichi resti umani di santi e beati.

Inoltre, si può ammirare una statua di San Giuseppe in terracotta e un Cristo Morente sulla parete a destra dell’altare. L’arco sull’altare maggiore presenta una statua di San Nicola da Bari, datata 1500, opera di un ignoto scultore campano. Di grande pregio è il pavimento della zona absidale, mentre quello della navata e della cappella delle reliquie è identico a quello della prima cappella a destra della chiesa di San Francesco d’Assisi, datato 1843.