La Chiesa di Santa Maria di Portosalvo è situata sul porto d’Ischia e dà il nome all’intera zona. La struttura si staglia sul piazzale del Redentore proprio dinanzi al gate degli aliscafi. L’edificio fu fatto costruire da Ferdinando II di Borbone e i lavori furono seguiti dall’ingegnere e progettista Quaranta.

All’ingresso su di una lapide è incisa una data: il 1857, si tratta dell’anno di consacrazione della Chiesa, la cui costruzione terminò tre anni prima.

Lungo la facciata quattro colonne d’influenza borbonica risaltano l’edificio, alle sue spalle la ridente collina del Montagnone La Chiesa consta di una pianta a croce latina e tre navate; bellissime le pareti decorate con stucchi dai motivi più diversi.

La navata sinistra è adornata con sculture in legno dipinto rivestite di pregiate stoffe, di notevole interesse è la bacheca decorata con specchiature rettangolari laterali a vetri all’interno della quale è presente la Madonna della Salvazione rivestita da un abito ricamato con oro e motivi geometrico – floreali.

Sulla zona del transetto, lungo i due altari laterali, si presentano due cibori in argento sbalzato di un’eleganza davvero unica; rappresentano la gloria del Sacramento e quella del cuore di Gesù. Entrambi risultano impreziositi dal punzone d’argento realizzato da Gennaro Russo.

Lungo le pareti della Chiesa intitolata a Santa Maria di Portosalvo numerose sono le tele; la più famosa quella situata sull’altare maggiore raffigurante la Santissima Trinità che sormonta il porto d’ Ischia appena inaugurato.

La tela, dedicata alla Santa che dà il nome alla Chiesa, è firmata da De Angelis di cui possiamo osservare ancora un’altra opera. Si tratta di una visione di San Taddeo che, risalente al 1855, è posizionata sull’altare del transetto sinistro. Nella sacrestia si conservano, inoltre, numerosi oggetti preziosi.

Sempre a sinistra è presente una balconata; è la stessa da dove Ferdinando II era solito assistere alle celebrazioni liturgiche in posizione riservata rispetto al resto del popolo.

Sulla navata destra, invece, un organo costruito dall’ergastolano Vincenzo Petrucci che, a seguito della sua opera, ebbe la grazia dal Re.

Ma la Chiesa di Portosalvo non è l’unico edificio ad opera di Federico II di Borbone. Due anni prima venne inaugurato, infatti, il porto, un tempo antico lago de Bagni.

Si trattava di un lago di origine vulcanica che un canale artificiale collegava al mare e che il Re decise di aprire per realizzare quello che è l’attuale porto.

Questo offrì all’isola uno slancio verso il commercio, in modo particolare quello del vino. Sul porto esiste, infatti, ancora la vecchia struttura di Casa D’Ambra; era da lì che, in tempi più recenti di quelli dei Borbone, partivano i fusti di prezioso vino isolano in giro per l’Italia. Quello del vino era, fino agli anni ’50, il commercio più redditizio per l’isola.

Per i primi 160 anni del Porto il Comune di Ischia organizzò una grande festa per ricordare questa sua inaugurazione. Da allora è un appuntamento che si ripete ogni anno.

Il Porto, verso il 18 di settembre, viene svuotato da ogni tipo di imbarcazione ritornando ad avere così l’aspetto di lago.

Tra fuochi d’artificio e musica trionfante viene riproposto l’ingresso del Re e della sua corte su di un vascello antico; anche la Riva Destra si riveste a festa con i ristoratori, vestiti da popolani, che propongono nei loro locali menù a tema.