La Chiesa di San Pietro è una delle principali del Comune d’Ischia. Situata lungo Corso Vittoria Colonna, è impossibile non entrarvi mentre siete a passeggio lungo quella che è la strada deputata allo shopping.
Detta anche di Santa Maria delle Grazie la sua costruzione risale al 1781 per opera di Don Antonio Moraldi. Si racconta, infatti, che il parroco pur essendo della zona, non poteva dedicarsi ai fedeli perché mancava una Chiesa nelle vicinanze che accogliesse la gente del posto. Una lapide ne ricorda l’edificazione: “A Dio ottimo massimo alla beatissima vrgine delle grazie alla eterna requie delle anime purganti e al pubblico commodo nella villa dei bagni la felicissima città d’Ischia che ne gode il patronato sovrintendente il Sig. Marchese di Vatolla Don francesco Verga Macciucca con la diligenza e cura del Dott. D.Ferdinando Buccalario Avv. dell’isola negli anni del Signore 1781”.
Secondo una consuetudine del tempo, tutte le Chiese erano deputate anche come luogo di sepoltura e, proprio per questa motivazione, veniva intitolata a Santa Maria delle Grazie. Al di sotto della Chiesa, lì dove oggi c’è un’ampia sala per congressi, vi era un antico cimitero comunale.

È interessante la storia legata a quel luogo, si narra infatti che un tale chiamato Pasquale Battistessa, impiccato durante i moti del 1799 lungo la spiaggia della Mandra, resuscitò. L’uomo, che era sepolto in quel cimitero, non era morto e i suoi carnefici furono costretti a ucciderlo proprio ai piedi dell’altare maggiore, una seconda volta.
Proprio lì accanto una strada è intitolata al Battistessa e a raccontarlo è, un secolo dopo, l’Onorevole Matteo Renato Imbriani che ne firma l’epigrafe.
«Sui gradini dell’altare maggiore / di questo tempio / Pasquale Battistessa / cittadino probo esemplare / strappato al nodo del carnefice / veniva / per ordine di giudice infame / scannato nel 1799 / Ischia / restituita al gran consesso nazionale / dalla sovranità popolare / pone questo ricordo / a pietà e decoro della vittima incolpevole / ad affermazione morale / che Giustizia e Nemesi / infallantemente / si susseguono nella storia / questa ultrice delle violazioni dell’altra / nella prospiciente Gaeta / 62 anni dopo / l’ultimo dei Borboni di Napoli / espiava / le brutture della sua dinastia».

La gente del posto, felice di quell’edificazione, ogni 28 giugno era solita condurre in processione la statua dell’Apostolo Pietro, il pescatore; da qui la denominazione secondaria di San Pietro, prese il sopravvento.
La Chiesa, di proprietà del Comune d’Ischia, si presenta sin dalla facciata diversa rispetto a tutte le altre strutture edificate nel Comune. Qualcuno ha ipotizzato la collaborazione di un architetto proveniente dalla scuola vanvitelliana che, con ogni probabilità, ne seguì i lavori.

Barocca la facciata che presenta una forma convessa che segue la curva ellittica della pianta interna. Questa presenta una zona absidale e ben quattro cappelle laterali che furono decorate a stucco da Francesco Starace, artigiano napoletano. La cupola ellittica è ben visibile già dall’esterno, sorprendono le maioliche gialle e verdi con cui è ricoperta; un’ opera dei fratelli Chiaiese provenienti da bottega napoletana.

A dare il benvenuto ai visitatori una coppia di acquasantiere a forma di conchiglia; appena entrati la sensazione è quella di una struttura dal carattere unitario dotata da un profondo equilibrio architettonico.
Una scultura lignea di San Pietro con una preziosissima aureola è presente accanto all’altare all’interno di una nicchia. La preziosità della scultura è data dall’aureola d’argento elaborata nel 1830 da Gennaro Romanelli. Un San Camillo De Lellis è presente, invece, nella prima cappella a destra. Una leggenda racconta che fu proprio il Santo a curare una piaga nella Villa de Bagni.
La tela dell’Altare Maggiore è autografa e presenta una Madonna delle Grazie in compagnia delle Anime purganti ai suoi piedi. Pare che a dipingerla fu il pittore ischitano Carlo Borrelli Ponticelli lo stesso autore di altre tre tele presenti all’interno della stessa Chiesa e altre posizionate in altri edifici sacri dell’isola.

Vale la pena, se vi trovate a Ischia, di visitare questa splendida Chiesa che riuscirà a offrirvi uno spaccato di storia isolana.